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Mar-2020

i saggi, rsi e siddha

La parola sanscrita rsi (che possiamo pronunciare come “risci”) viene tradotta come saggio, veggente, perfetto, santo, asceta, eremita. I saggi, rsi, sono figure mitiche dell’antichità. Sono innanzitutto considerati i compositori degli inni vedici. Si racconta infatti che gli inni dei Veda non furono scritti dagli uomini, ma “ascoltati/ricevuti” dai rsi che poi trasmisero la loro conoscenza agli uomini. Questi saggi sono considerati i “cantori ispirati” dei popoli Arya, i veggenti.

La parola sanscrita siddha viene tradotta come colui che ha ottenuto il potere, maestro illuminato, saggio, perfetto, colui che è dotato di poteri ovvero le siddhi. Se cerchiamo il significato della parola siddha sul sito della treccani: “…appellativo degli appartenenti ad una scuola mistica tamil di carattere popolare ed esoterico. Essi si collegano alla tradizione mistico-ascetica del siddha yoga di ispirazione sivaita. I tratti più noti del loro pensiero sono l’avversione al sistema delle caste, al rituale bhramanico e al culto delle immagini, cui si contrappone la ricerca del contatto diretto con dio attraverso una rigorosa disciplina fisica e mentale, che, nelle sue forme estreme, sarebbe capace di alterare la normale fisiologia fino all’acquisizione di poteri extrasensoriali…”.

i saggi, maestri dello yoga

I saggi, maestri dello yoga, erano considerati dotati di poteri magici, temuti per le loro collere, ricercati per il loro sapere. La tradizione ci racconta che essi riuscirono a trasformare il loro corpo tanto da renderlo immortale e che fossero esperti di alchimia.

Nello hatha yoga le posture di torsione della parte alta del busto vengono dedicate ai saggi e portano il loro nome. I saggi, maestri dello yoga sono coloro che, rimanendo fisicamente immobili in un punto, possono vedere in ogni direzione. Hanno uno sguardo aperto e ampio a 360°  intorno a loro, per comprendere i molteplici aspetti della realtà. Le torsioni dello hatha yoga pertanto li rappresentano.

yoga ratna

Nello yoga ratna, il metodo yoga ideato dalla Maestra Gabriella Cella, RSIASANA la postura di torsione del saggio viene utilizzata per rendere la colonna vertebrale più flessibile. Praticare in modo costante questa postura ci aiuta anche a preparare il corpo per posture di torsione più accentuate. Possiamo anche praticarla come un gesto/movimento (mudra) muovendoci dal centro alla torsione seguendo il ritmo del respiro, un respiro calmo e regolare. Viene detto che, secondo gli yogi, praticare le posture di torsione spinale ci aiuta ad impedire la sacralizzazione (cioè il saldamento dell’ultima vertebra al sacro) che determinerebbe il carattere scorbutico della maggior parte delle persone nella terza età. Nello yoga simbolico aprono l’area del cuore, aprono il respiro e come i saggi ci insegnano ad avere uno sguardo ampio tutto intorno a noi, mantenendo la nostra base per radicata e stabile alla terra.

matsyendra

Matsyendra oppure Matsyendranatha fu uno degli 84 mitici mahasiddha, i “santi” tantrici, i saggi, i grandi yogi illuminati, dotati di siddhi ovvero i poteri, che raggiunsero la perfezione nella pratica yoga.

Tra i saggi, Matsyendra è considerato il fondatore dello hatha yoga. Fondatore dell’ordine Natha degli yogi, i protettori, ed in seguito assunto come divinità tutelare del Nepal.

Personaggio in bilico tra storia e mito. Vissuto forse nell’XI secolo in Bengala, Assam e Nepal. Secondo le diverse opinioni fu riverito in ambito sia hindu sia buddhista. Anche la vita di Matsyendra rientra nel mito con diverse versioni, le cui origini non sono facili da rintracciare.

il mito racconta

Il mito racconta: “…era stato un bimbo ritenuto infausto e quindi gettato in mare. Inghiottito da un pesce, era vissuto dentro questi per molto tempo. Finché un giorno, passando l’animale nei pressi di Siva che stava impartendo a Parvati l’insegnamento segreto dello yoga, Matsyendra aveva udito. Da allora si era dedicato con tutto se stesso a praticare la disciplina appresa.  Dopo dodici anni era diventato un siddha. Ritornato sulla terra, aveva cominciato a insegnare lo hatha yoga…”.

Il mito racconta: “…il dio Siva andò su di un’isola deserta per insegnare alla sua sposa Parvati i segreti dello yoga. Un pesce li vide e li ascoltò attentamente restando immobile vicino alla riva. Il dio, accortosi che il pesce era venuto a conoscenza dello yoga, decise di trasformarlo in uomo per portare lo yoga all’umanità. Siva volle che divenisse il depositario e il primo maestro di questa disciplina. Prese il nome di Matsyendra, colui che da pesce divenne uomo…”.

asana nello yoga ratna

Grazie alla pratica costante e al mantenimento prolungato e attento di Matsyendrasana la postura di torsione del saggio Matsyendra: tonifichiamo e distendiamo i muscoli della schiena, elasticizziamo la colonna vertebrale, elasticizziamo le giunture (prestando le dovute cautele se le nostre ginocchia sono deboli), aiutiamo le spalle incurvate a aprirsi e raddrizzarsi, massaggiamo gli organi addominali, aiutiamo la digestione, aiutiamo la respirazione aumentando il volume della cassa toracica. E’ meglio non forzare questa torsione se la nostra colonna è debole o presenta ernie. Non la pratichiamo in gravidanza. Semplifichiamo la postura per persone molto rigide e se durante la menopausa ci procura troppo calore e disagio. Semplifichiamo la postura delle gambe se anche e ginocchia soffrono troppo disagio.

Nello Hathayoga-pradipika (La lucerna dello hatha yoga I,27) troviamo scritto che la postura dedicata a Matsyendra: “…è l’arma che distrugge una quantità di malattie terribili; grazie alla sua continua pratica, ravviva il fuoco gastrico, permette il risveglio della kundalini e la stabilità del chandra…”. In questo caso chandra, che solitamente viene tradotto come luna, sta ad indicare il nettare lunare, l’ambrosia che stilla dalla sommità del capo e viene bruciata dal fuoco del terzo chakra, manipura.

marici

Marici è uno dei grandi saggi o veggenti, maharsi, della mitologia hindu. E’ considerato figlio del dio creatore Brahma e nonno di Surya il dio del sole.

Nel Rig-Veda marici è il termine con cui si indica una particella di luce, un granello di pulviscolo scintillante nell’aria oppure un raggio di luce del sole o della luna.

asana nello yoga ratna

Grazie alla pratica costante e al mantenimento prolungato e consapevole di MARICIASANA la postura di torsione del saggio Marici: elasticizziamo la colonna vertebrale, tonifichiamo e distendiamo i muscoli della schiena, tonifichiamo milza e fegato, aiutiamo la digestione, sciogliamo le spalle e le aiutiamo ad aprirsi e raddrizzarsi, aumentiamo il volume della cassa toracica migliorando la respirazione. La pratica costante di questa asana può esserci utile per prevenire la patologia del tunnel carpale. E’ meglio non forzare questa torsione se la nostra colonna vertebrale è debole o presenta ernie. La pratichiamo semplificata durante la gravidanza.

bharadvaja

Bharadvaja era un rsi, uno dei sette grandi saggi dell’India.

Secondo la leggenda egli nacque da una duplice gravidanza e il suo nome significa “nato da due padri”. Gli viene attribuita la facoltà di far nascere già adulti, coscienti e consapevoli. Si caratterizza per la profonda conoscenza e la grande erudizione.

asana nello yoga ratna

Grazie alla pratica costante e al mantenimento prolungato di BHARADVAJASANA la postura di torsione del saggio Bharadvaja: elasticizziamo la colonna vertebrale e tutte le giunture del corpo (prestiamo particolare attenzione alle ginocchia se sono un nostro punto debole), aiuta a migliorare la capacità respiratoria, favoriamo l’eliminazione delle tossine.

Se sei interessato a provare una lezione di yoga ratna, contattaci.

bibliografia

Questi brevi cenni dedicati ai saggi derivano da questi libri: Yoga l’armonia delle sequenze di Gabriella Cella; Yoga ratna di Gabriella Cella; Miti e storie. Il corpo racconta di Marilia Albanese collana yani per il corriere della sera; Teoria e pratica dello yoga di B.K.S. Iyengar; La lucerna dello hatha yoga (Hathayogapradipika) a cura di G. Spera.

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